Uscirà venerdì prossimo (17/06) un libro che riporta, per la prima volta, le lettere scritte dal carcere, da Enzo Tortora alla sua compagna Francesca Scopelliti durante i 7 mesi di carcere che lo videro protagonista del più clamoroso errore giudiziario degli anni '80.

 

Frasi e pensieri, molti dei quali contenuti in poche righe, che fanno comprendere pienamente l'enorme tragedia umana nella quale ciascuno di noi può imbattersi in seguito ad un errore (colposo o doloso?) della Giustizia (terrena).

 

L'invito è quello di dedicare qualche giornata alla lettura di questo libro. Una lettura finalizzata, per i meno giovani, a mai dimenticare quali effetti devastanti possono portare errori, forzature ed eccessi di protagonismo, di persone che svolgono un ruolo delicatissimo quale quello giudiziario.

 

Per i più giovani, una lettura consigliata per cercare di evitare, per le future generazioni, scempi ed obrobri  in uno Stato democratico, civile e socialmente evoluto nel quale ci ripromettiamo di convivere.

 

Un doveroso ricordo e pensiero nei confronti di un cittadino come Tortora (evidentemente non comune, a causa della sua capacità e bravura) che ha subito una delle peggiori "torture" che un uomo innocente possa ricevere.

 

Per meglio comprendere, fino in fondo,  il vero dolore e lo strazio che ogni essere umano può subire a causa di una ingiustizia, concludo ricordando Tortora - dopo aver letto il testo di alcune sue lettere - con una frase di C. G. Jung sull'etica:

"Il problema etico e', per un uomo morale, una questione passionale! ".

 

Blog Now - Il blog di Fabrizio Santosuosso

 

 

 

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