Oggi, in base alla Legge sulle liberalizzazioni ed alla interpretazione deontologica datane, i Notai italiani hanno l'obbligo, per tre giorni la settimana, di stipulare gli atti solo nel proprio ufficio, potendosi spostare (su richiesta del Cliente) solo gli altri due, in ogni caso mai assiduamente nello stesso luogo e, tassativamente, senza possibilità di aprire più di un secondo ufficio. E, in alcuni Distretti, con obbligo di comunicare al Consiglio notarile, il proprio spostamento fuori distretto, anche per fare un solo atto. Tutto questo oltretutto limitatamente al proprio ambito territoriale di competenza (oggi pressoché regionale).
Un inspiegabile paradosso, vista la precedente normativa che (già' molto conservatrice) consentiva maggiori facoltà e viste le conseguenze per i Notai in esercizio, sintetizzabili in meno concorrenza, meno competitività, molti  meno problemi.
Meno buone, invece, le conseguenze per i Cittadini, le imprese, gli altri Professionisti, i dipendenti di studi notarili ed i nuovi Notai.
Minore offerta e rintracciabilità di Notai sul territorio, con tutte le relative conseguenze  (si pensi alla possibilità di chiedere e confrontare più preventivi notarili per comprare casa o fare un mutuo, o alla disponibilità temporale alla stipula), maggiori oneri alle imprese e Professionisti (si pensi alle Banche ovvero a quella serie di Professionisti, collegati all'atto, costretti a raggiungere il Notaio scelto comunque dal Cliente, con aggravio di tempi e costi, poi  rigirati poi al Cliente),  necessita di ridurre il personale dipendente di uffici notarili, evidentemente ora da licenziare, o alla necessita di dover ora interrompere i rapporti contrattuali  relativi agli studi secondari già aperti ( ad es. Leasing, mutui, affitti, utenze, ecc. ).
Conseguenze negative anche per i nuovi Notai che, storicamente assegnati a sedi poco ambite o disagiate, vedono  limitata la possibilità di crescita professionale, considerato l'obbligo di "reclusione" nella scomoda sede e la scarsa facoltà di movimento, comunque attentamente monitorata dai  notai piu' anziani cristallizzati in sedi ambite.
Una Legge chiaramente da rivedere con maggiore attenzione.
Nel frattempo auguriamoci che la Magistratura apra bene gli occhi e valuti acutamente alcune iniziative denominate "deontologiche" che, in tempo di crisi economica  anche  per il Notariato, pare fioriscano nelle sfumature più variegate.
FABRIZIO SANTOSUOSSO

Nessun commento ancora

Lascia un commento

*