"NOTAI e.... NOTAI, CONCORRENZA, LIBERO MERCATO E MAGISTRATURA"

(Commento all' articolo  de "il Sole 24 ORE" del 14 settembre 2012)

    In estrema sintesi, la decisione dei Giudici Amministrativi del 13 settembre scorso (di primo grado e quindi non definitiva) avalla l'interpretazione operata da (una parte) del Notariato che consente ai Notai di muoversi per stipulare (peraltro solo due giorni la settimana, gli altri tre giorni i Notai sono già obbligati a stare in sede) sul territorio di competenza, senza pero' poter aprire piu' di un ufficio secondario.

    Un inspiegabile e paradossale passo indietro, quindi, rispetto la normativa notarile precedente la "liberalizzazione" che, già fortemente conservatrice, consentiva a determinate condizioni l'apertura di più uffici secondari notarili.

Le conseguenze pratiche? Certamente non di immediata comprensione per chi non opera nel mondo dei Notai.

Occorre distinguere le conseguenze per i Notai in esercizio, da quelle per i cittadini, le imprese, i collaboratori dipendenti ed i futuri Notai.

Per i Notai in esercizio e' una sola:  meno concorrenza, meno competitivita', meno problemi.

Per i Cittadini,  viceversa, meno reperibilità di Notai sul territorio (in un tipico paesino con due soli Notai, ad esempio, sarà più difficile rintracciarne un terzo) con conseguenti maggiori difficoltà (si pensi alla possibilita' di avere un colloquio col Notaio, chiedere, ottenere e confrontare un preventivo notarile, alla consegna o al ritiro di documentazione relativa ad un atto da stipulare, o alla stessa disponibilità temporale o di movimento data dal Notaio per la stipula dell'atto).

Conseguenze negative anche per le Imprese: si pensi ad esempio ai Funzionari delle Banche, incaricati per la stipula di un mutuo, costretti ad allontanarsi, anche molto, dalla propria sede di servizio per raggiungere l'ufficio del Notaio scelto comunque da un Cliente, con aggravi di costi per la Banca, poi rigirati al Cliente.

Problema più serio e' invece quello occupazionale, in relazione a quella parte di Notai che avevano creduto ed investito in una capillarizzazione della propria attività, assumendo numeroso personale dipendente dedicato agli uffici secondari, ora forse da licenziare. Senza considerare anche i danni indiretti, ma non meno rilevanti, alla piccola e sensibile economia di quei paesi (anche piccoli Comuni di Provincia) che tra fornitori di beni e fornitori di servizi, facevano anche affidamento sull'attività e sulla presenza di un articolato e strutturato Studio Professionale Notarile, oltretutto frequentato da assidua clientela. Tutto questo senza tener assolutamente conto dell'immagine professionale del Notaio, costretto a giustificare alla propria Clientela la "chiusura forzata" di un proprio Ufficio, fino ad allora (in taluni casi da molti anni) aperto legalmente al pubblico.

Infine conseguenze negative anche per i (temutissimi???)  nuovi Notai previsti dal Governo, oggi ancora studenti praticanti-Notaio. Tradizionalmente assegnati a sedi poco ambite se non addirittura disagiate, i giovani Notai vedranno fortemente preclusa la possibilità di crescita professionale, sia in quanto obbligati per tre  giorni la settimana a non muoversi per stipulare fuori dalla sede assegnatagli, sia in quanto impossibilitati ad aprire liberamente piu' uffici secondari in zone e territori piu' ambiti, presidio evidentemente incontrastato di "storici Notai".

Le sentenze ci sono e vanno rispettate, ma le stesse possono essere giuste o ingiuste.

Auguriamoci che la Magistratura intuisca la vera sostanza di alcune iniziative denominate "deontologiche" ed apra bene gli occhi.

                                                                                                                                                                       Fabrizio Santosuosso

Segue articolo del quotidiano "il Sole 24 ORE " di Guglielmo Saporito del 14 settembre 2012.

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"Stop al notaio multi - sede"

di Guglielmo Saporito - il Sole 24 ORE - 14 settembre 2012

" Vanno chiusi gli uffici notarili secondari "doppi" se ubicati nel distretto notarile di iscrizione: lo sottolinea il Tar Lazio con un' ordinanza del 13 settembre (n. 3285) decidendo sul ricorso di un professionista che aveva sede in un comune dell' Aquilano, e gestiva in contemporanea due uffici notarili secondari. Diventa così più rigido il sistema appena modificato con il Dl 1/2012 (legge 27/2012) che all' articolo 13, comma 4 estende la competenza di quei pubblici ufficiali a tutta la Corte d' appello in cui si trova la sede notarile (che ha una collocazione comunale).

Insieme all' ampliamento territoriale, sintetizzabile come passaggio dalla competenza territoriale provinciale a quella in linea di massima regionale, la legge del 2012 ha posto un limite numerico all' apertura di uffici secondari consentendone uno solo.

Per ufficio secondario (altre volte definito "recapito") si intende un' unità, un locale, in cui abitualmente e con orari predeterminati, con strutture materiali (fotocopiatore, computer, mobili) e personali (dipendenti), il notaio presti il proprio servizio. L'esercizio dell' attività nell' ufficio secondario, per distinguersi da un ufficio solo occasionale (sempre consentito), deve essere programmato, con quantità e qualità di lavoro ivi svolto in rapporto di accessorietà rispetto alla sede notarile. Tutti questi parametri che distinguono tra la sede notarile, ufficio secondario e prestazioni solo occasionalmente svolte in altri uffici, sono definiti in sede deontologica, al fine di evitare illecita concorrenza tra professionisti: si ritiene infatti che l'attrazione generata da città di maggiori dimensioni, appartenenti allo stesso distretto notarile, possa generare concentrazioni di attività professionale nocive alla correttezza della professione.

Il notaio, infatti è combattuto tra l'obbligo, da un lato, di presidiare la sede assegnatagli (il Comune) tre giorni la settimana (articolo 12 comma 4, Dl 1/2012), e dall' altro dallo stretto rapporto fiduciario che può motivare la richiesta di una prestazione professionale in un diverso Comune: un tempo si trattava di raccogliere testamenti qui e là, oggi si può seguire una società in importanti contratti, in tutto il territorio regionale. L'ordinanza del Tar sembra voler arginare fenomeni di notai itineranti, vagabondi e ubiqui che si ramificano con strutture efficienti (dotati di personale e tecnologie) in più Comuni: ma più che la garanzia di presenza nella sede assegnata ( presenza garantita dai tre giorni obbligatori), sembra che il conflitto tra Consiglio nazionale e singoli professionisti muova da una diversa lettura del concetto di concorrenza.

E' significativo che la legge del 2012, pur aumentando il territorio "di caccia" (la Regione, in linea di massima) presenti limiti (un solo ufficio secondario) che interferiscono con l'efficienza della professione; inoltre, nel 2012 è stata eliminata una norma centenaria (l' articolo 26, comma 2, legge 89/1913) che consentiva al notaio, su richiesta del cliente, di stipulare in tutto il territorio del distretto della sede (cioè nella Provincia, in linea di massima).

Resta da capire come è possibile conciliare la figura di un professionista che è più libero di circolare, ma non può dotarsi di strutture logistiche, in un' epoca in cui molti studi si stanno attrezzando in cloud.".

3 Risposte

  1. anna

    Concordo, anche se, bisogna dire che se il notaio presta veramente assistenza alla sede per tre giorni, non potrà aprire più di due uffici secondari, a meno che non abbia il dono dell’ubiquità. La situazione attuale è che molti notati hanno parecchi uffici occulti, presidiati da dipendenti che intercettano i clienti, o uffici occluti appoggiati a studi di altri professionisti amici, ma ricorrono al trucco di stipulare solo in quelli ufficiali. I notai corretti non possono fare concorrenza.

  2. LUCA

    Leggendo questi articoli, mi rendo conto che, nonostante le continue proposte di cambiamento ed innovazione per migliorare i servizi ed agevolare i cittadini, si ritorna sempre a quelle di origine senza cambiare nulla. Allora forse stiamo proprio ritornando all’età della pietra????

  3. francesca

    Caro Fabrizio
    le liberalizzazioni sono state un incubo per ogni categoria, pensa la nostra con i patti di quota lite da sempre vietati e ora legittimi. in questi giorni poi Tribunale mn sotto sospensione ex lege per allargamento della città ai comuni terremotati con guai di ogni tipo a cui magistrati e avvocati stanno tentando di far fronte. l’articolo è ben scritto ma mi sembra una battaglia conto i mulini a vento perchè la casta cui tuo malgrado appartieni non ha nessuna intenzione a rinunciare a tale titolo e aprire il varco ad altre operatività.

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